Mercato tutelato fino al 2020 e rialzi in bolletta: la situazione
Il mercato tutelato è stato esteso fino a luglio 2020, ma nel frattempo gli utenti subiscono un rincaro dell’elettricità del 2,6%: cosa possono fare per uscire dal regime a maggior tutela?
In Italia esiste un doppio mercato dell’elettricità, quello tutelato e quello libero:
- nel mercato tutelato le tariffe vengono stabilite da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti), che le aggiorna ogni tre mesi;
- nel mercato libero una pluralità di attori hanno libertà di definire prezzi e condizioni contrattuali in un regime competitivo.
Questa suddivisione è nata con la liberalizzazione della fornitura elettrica iniziata nel 2007: il monopolio del mercato dell’energia elettrica è stato abolito permettendo l’ingresso di nuovi soggetti, ma al contempo è stata garantita una continuità attraverso il mercato tutelato.
L’obiettivo finale è di offrire al consumatore tariffe più convenienti sulla spinta della libera concorrenza tra operatori.
Tuttavia, il mercato tutelato ha continuato ad esistere ed è stato addirittura prorogato fino a luglio 2020 e non ci sono ancora garanzie che si tratti di un termine definitivo.
Oggi, oltre 17 milioni di italiani soddisfano il proprio fabbisogno energetico affidandosi al mercato tutelato, ovvero più del 50% delle utenze.
Tuttavia, questa situazione non è economicamente conveniente. In media i prezzi dell’elettricità stabiliti da ARERA sono più alti rispetto alle offerte del libero mercato e sono maggiormente suscettibili agli aumenti: solo nel mese di ottobre si è registrata una crescita del 2,6%.
Inoltre, se alla fine del mercato tutelato l’utente non avrà aderito a un’offerta libera, verrà affidato al servizio di salvaguardia, che però offre tariffe ancora più alte rispetto a quelle di ARERA.
Per le utenze con regime tutelato, ci sono quindi due opzioni.
La prima è aderire all’offerta di un fornitore del mercato libero, una soluzione che offre molteplici vantaggi, ma che non mette al riparo da alcune problematiche tipiche della fornitura elettrica tradizionale quali:
- la dipendenza da politiche e accordi con l’estero, visto che il 14% della nostra elettricità è prodotta fuori dai nostri confini;
- i costi legati alla distribuzione, visto che solo il 40/50% della bolletta dipende dalla materia prima energia e il resto serve a coprire le spese del fornitore per erogare l’elettricità, le imposte (IVA del 10% e accisa sulla quantità di energia consumata) e gli oneri di sistema.
La seconda opzione punta all’indipendenza energetica rispetto ai modelli di distribuzione tradizionale attraverso l’autoproduzione.
Installare un impianto fotovoltaico è sicuramente è una delle soluzioni più accessibili a livello residenziale, ma non basta: con un impianto ben dimensionato si può coprire fino al 35% del proprio fabbisogno di energia.
Con un sistema di accumulo, invece, è possibile immagazzinare l’energia prodotta, ma non immediatamente consumata, per utilizzarla quando i pannelli sono inattivi.
Ma quanto è efficace questo sistema?
Le sonnenBatterie sono gli accumulatori per fotovoltaico con alte prestazioni, che permettono di coprire il 70/80% del fabbisogno energetico di una famiglia media con una garanzia di 10.000 cicli di carica/scarica.
La parte restante viene fornita attraverso i servizi di sonnen: con sonnenFlat 1500, si mette a disposizione il proprio sistema di accumulo per stabilizzare la rete e in cambio si ottiene un bonus energetico di 1500 kWh di componente energia all’anno, direttamente in bolletta.