Italia, il trionfo dell’efficienza energetica
Consumare meno e consumare meglio ci permetterà di migliorare la qualità della nostra vita e proteggere l’ambiente: ma qual è la situazione italiana?
Il potenziamento della produzione di energia da fonti rinnovabili deve essere accompagnato dall’adozione di pratiche di efficientamento energetico: se si riduce il fabbisogno di energia, diventa più facile soddisfarlo senza ricorrere alle fonti fossili.
Diminuire i consumi è possibile senza dover sacrificare il proprio stile di vita: strumenti tecnologici che ottimizzano i consumi, applicazioni per controllare da remoto gli impianti della casa, elettrodomestici intelligenti e lampadine ecologiche sono solo alcuni esempi di modi in cui si può usare responsabilmente l’elettricità.
Sui temi delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, l’Italia si sta dimostrando particolarmente attenta e negli ultimi anni ha ottenuto importanti risultati.
Nei primi nove mesi del 2019, solare ed eolico hanno segnato una crescita complessiva del 771 MW, pari al 49% rispetto al 2018, permettendo al nostro Paese di generare il 18,3% di energia da fonti rinnovabili, in accordo con gli impegni presi con l’Unione Europea.
In parallelo, in materia di efficienza energetica l’Italia è tra i leader mondiali, come riporta FIRE, la Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia.
Un indicatore utile per valutare lo stato del nostro Paese è l’intensità energetica, ovvero il rapporto tra energia consumata e prodotto interno lordo.
Un’economia avanzata e una qualità della vita medio-alta portano ad alzare il fabbisogno energetico (attività produttive, abitazioni, trasporti, …), ma se vengono adottate politiche di efficientamento si possono mantenere questi livelli socio-economici e, al contempo, ridurre i consumi.
Sulla base di questo rapporto, l’Italia è il quinto Paese al mondo per intensità energetica e il secondo in Europa (il primo è il Regno Unito).
A sostenere questo primato interviene anche l’International Energy Scorecard, un’analisi che valuta i primi 25 Paesi al mondo per consumi energetici sulla base di 36 parametri che prendono in considerazione le loro politiche di abbattimento degli sprechi e di efficientamento energetico.
Queste valutazioni vengono poi aggregate per formare un punteggio da 1 a 100 e stilare una classifica mondiale dell’efficienza energetica.
Secondo questa analisi, nel 2018 l’Italia è al primo posto, a parimerito con la Germania, con 75,5 punti. C’è anche da aggiungere che la terza, la quarta, la sesta e la settima posizione sono occupate tutte da Paesi europei (rispettivamente Francia, Regno Unito, Spagna e Paesi Bassi), con solo il Giappone a interrompere questa serie.
Sono vari i motivi che hanno permesso all’Italia di raggiungere questi risultati:
- diffusione di lampade a LED, caldaie a condensazione e pompe di calore;
- incentivi per l’efficientamento di abitazioni ed elettrodomestici;
- introduzioni di obblighi minimi di performance energetica;
- maggiore responsabilizzazione dei consumatori sui temi ambientali;
- interventi di edilizia sostenibile e di riqualificazione degli edifici;
- integrazione di domotica e building automation;
- adozione di sistemi di energy management;
- installazione di impianti fotovoltaici residenziali per la generazione autonoma di energia.
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