Autoconsumo collettivo e comunità energetiche: quali sono le differenze?
L’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche consentono ai cittadini di autoprodurre e condividere energia da fonti pulite: ecco come.
Con il Decreto Milleproroghe e la delibera per la sua attuazione da parte di ARERA, l’Italia ha compiuto un passo importante verso un futuro più sostenibile, legittimando l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche.
Entrambe queste pratiche si basano sull’autoproduzione di energia grazie a impianti fotovoltaici residenziali, che consentono di aumentare la quota delle rinnovabili elettriche italiane, di ridurre le emissioni di CO2 nell’ambiente e di offrire ai cittadini un concreto risparmio in bolletta.
L’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche condividono lo stesso obiettivo, ma lo raggiungono in due modi diversi.
L’autoconsumo collettivo riguarda più soggetti che condividono lo stesso edificio dotato di impianti fotovoltaici: di conseguenza, l’energia prodotta può essere condivisa, ma limitatamente al luogo specifico dove viene generata.
Queste realtà comprendono i condomini, ma anche le aziende e i soggetti pubblici presenti nella stessa sede.
L’autoconsumo collettivo offre così la possibilità a tutti i cittadini di accedere ai benefici del fotovoltaico e al contempo di godere delle agevolazioni e degli incentivi legati all’autoproduzione energetica collettiva.
Già in precedenza, i singoli condomini potevano disporre di una porzione della superficie del tetto comune per installare il proprio impianto fotovoltaico personale, ma ora è possibile coordinarsi con vicini e amministrazione, e agire collettivamente ottenendo maggiori vantaggi.
Le comunità energetiche invece aggregano più soggetti capaci di autoprodurre energia mediante impianti fotovoltaici vicini tra loro ma non necessariamente installati sullo stesso edificio. Questi impianti vengono quindi connessi nelle cosiddette ‘centrali elettriche virtuali’, che permettono anche a chi non detiene la proprietà fisica dell’impianto di usufruire dei benefici derivanti dall’autoconsumo.
Le comunità energetiche possono coinvolgere un intero quartiere, purché afferente la stessa cabina elettrica di trasformazione, creando realtà locali completamente autosufficienti per quanto riguarda i consumi elettrici, interamente autoprodotti da fonti rinnovabili, unendo sotto l’obiettivo comune di un futuro più sostenibile tutti i cittadini che ne fanno parte.
Autoconsumo collettivo e comunità energetiche si differenziano anche per le incentivazioni: il decreto del MISE stabilisce un incentivo esplicito sull’energia autoconsumata rispettivamente pari a di 100 €/MWh per l’autoconsumo collettivo e 110 €/MWh per le comunità energetiche.
In entrambi i casi, i sistemi di accumulo fotovoltaico sono importanti per massimizzare il quantitativo di energia che viene autoconsumata entro il perimetro della comunità.
Il sistema di accumulo fotovoltaico sonnenBatterie consente di immagazzinare l’energia prodotta, ma non immediatamente consumata, affinché l’utente stesso possa utilizzarla direttamente in un secondo momento e aumentare l’indipendenza e il livello di autoconsumo proprio e della comunità.
Grazie al software di energy management di sonnenBatterie è possibile gestire efficacemente l’accumulo dell’energia fotovoltaica e il suo utilizzo sostenibile, sostenendo la diffusione delle pratiche di autoconsumo collettivo e le comunità energetiche.