12 anni per cambiare l’energia: la rivoluzione green in Europa
L’Unione Europea punta ad incrementare l’uso di energie rinnovabili entro il 2030: ecco come si sta evolvendo la situazione
Nessuno sa dire con esattezza cosa ci attende nel nostro futuro: possiamo solo concentrarci sul nostro presente ed impegnarci a costruire il futuro che vorremmo attraverso le nostre azioni oggi.
È con questo approccio che l’Italia, l’Europa e il mondo stanno affrontando la questione della sostenibilità ambientale e del mercato energetico, attraverso una serie di normative, provvedimenti e linee guida per realizzare l’obiettivo di una rivoluzione green nella produzione e nel consumo dell’energia.
In particolare, sul nostro continente ci siamo posti precisi traguardi ambientali da realizzare entro il 2030: una riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990, un miglioramento dell’efficienza energetica del 27% e una quota di energia rinnovabile del 27%. Si tratta di obiettivi che vanno in sinergia tra loro, non solo per creare un mondo più pulito, ma anche per offrire vantaggi per i singoli individui.
L’adozione delle energie rinnovabili, in particolare, porta significativi vantaggi all’utente: stando ai dati raccolti dall’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) presentati nel rapporto “Renewable Power Generation Costs in 2017”, le fonti rinnovabili sono sempre più competitive sul mercato energetico, grazie alla riduzione dei costi della generazione di questo tipo di energia, allo sviluppo di sistemi di accumulo sempre più capienti e meno costosi per ovviare all’imprevedibilità di fotovoltaico ed eolico, e a meccanismi competitivi, come i sistemi ad asta.
Un passo in più
Molti analisti concordano che per raggiungere gli obiettivi europei del 2030 è importante sviluppare diverse strategie per ripensare la rete energetica, prima tra tutte la decentralizzazione della distribuzione. Con questo nuovo modo di interpretare la distribuzione energetica, sarà possibile contribuire all’abbattimento dell’effetto serra ed all’incremento dell’utilizzo di energia rinnovabile attraverso una costellazione di soggetti attivamente partecipanti: prosumer, ovvero persone dotate di impianti privati in grado di produrre in autonomia energia che verrà poi direttamente consumata da loro stessi.
Questa figura è una realtà sempre più diffusa, grazie alla diminuzione dei costi dei pannelli fotovoltaici e dei sistemi accumulo fotovoltaico, che permettono di mettere da parte il surplus energetico (creatosi, ad esempio, nelle ore più calde del giorno) per poi utilizzarlo quando l’impianto non sta producendo (di sera, ad esempio).
Non si tratta solo di far raggiungere l’indipendenza energetica a questa particolare tipologia di utenti, diventa anche un modo di contribuire al fabbisogno energetico dell’intera comunità: la produzione energetica che eccede sia il consumo diretto che la capienza del sistema d’accumulo viene immessa nella rete, creando così un gruppo di piccoli fornitori di energia rinnovabile che aiutano a raggiungere gli obiettivi europei
Le differenze tra Stati
Lo scoglio maggiore a questa visione decentralizzata della produzione e della distribuzione dell’energia è la mancanza di coesione tra le normative e le politiche energetiche dei singoli Stati dell’Unione.
In Germania un sistema del genere, ad esempio, è già realtà: possessori di sistemi di accumulo fotovoltaico sonnen fanno parte di una comunità energetica, la sonnenCommunity, che concretizza questa decentralizzazione, grazie ad una rete virtuale di prosumer di energia fotovoltaica, che fornisce il surplus energetico di un utente a chi invece non riesce a coprire autonomamente i propri consumi.
Per contro, nel nostro Bel Paese non esiste una normativa che permetta la costruzione di una rete simili. Nonostante ciò, sonnen è già presente in Italia e fornisce sonnenBatterie a tutti coloro che mirano a raggiungere l’indipendenza energetica e all’uso di fonti rinnovabili. Con questo sistema di accumulo installato all’impianto fotovoltaico si può coprire fino al 75-80% del fabbisogno energetico in autonomia: il restante 20-25% di energia dovrebbe essere fornito dalla sonnenCommunity, ma, non essendo ancora realizzabile sul suolo italico, viene distribuito da sonnen stessa da fonte rinnovabile.
La decentralizzazione della rete energetica è una necessità sempre più pressante per raggiungere gli obiettivi posti per il 2030 e per creare valore per tutti gli attori coinvolti. Il cambiamento, sia a livello legislativo che di mentalità, è lento, ma in corso.