Batterie per sistemi d’accumulo: quale tecnologia scegliere
Le caratteristiche dei sistemi d’accumulo fotovoltaici dipendono dal materiale scelto per la batteria: scopri perché sonnen ha scelto il litio-ferro-fosfato
L’autoproduzione e l’autoconsumo dell’energia ricavata dai propri pannelli fotovoltaici permette di rendersi indipendenti dalla miriade di offerte dei gestori delle reti e di dare il proprio contributo per creare un mondo più sostenibile, spostando l’ago della bilancia dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.
Questa transizione però deve fare i conti con alcuni aspetti intrinsechi all’utilizzo del sole per alimentare la propria casa: l’elemento più ovvio è la sua assenza durante la notte o in caso di maltempo, lasciando i pannelli fotovoltaici senza la loro fonte d’energia, rendendo difficoltoso il raggiungimento dell’indipendenza energetica.
Tuttavia, il solare è una tecnologia più facile da adottare a livello privato rispetto ad altre fonti rinnovabili come eolico e idroelettrico: per rendere più semplice la creazione di un mondo ecosostenibile e di una coscienza condivisa da tutti i cittadini, massimizzando le potenzialità offerte dal sole, sono stati creati dispositivi per accumulare l’energia prodotta dai sistemi fotovoltaici e che non viene consumata sul momento.
In questo modo è possibile avere una riserva elettrica per le ore notturne e in caso di maltempo: l’effettiva capacità di accumulo dell’energia fotovoltaica dipende dalle tecnologie, che si differenziano soprattutto per quanto riguarda la batteria stessa. Sono infatti disponibili diversi materiali per realizzarle, ognuno con le proprie caratteristiche:
- Al piombo-acido: si tratta della stessa tecnologia utilizzata per le batterie delle automobili e che è stata trasposta e riadattata per l’integrazione con gli impianti fotovoltaici. Essendo quindi realizzate con un processo già consolidato, sono quelle più diffuse e competitive sul mercato; tuttavia presentano anche una serie di svantaggi proprio perché si tratta di una tecnologia che ha raggiunto già il suo picco di sviluppo. Le batterie al piombo-acido sono molto ingombranti e pesanti, e possono sostenere un numero limitato di cicli di carica-scarica; in aggiunta, questa durata è garantita solo se non vengono scaricate per più del 50% della loro capacità di accumulo, dimezzando fondamentalmente la capacità di storage
- Al nichel cadmio: ideali per i climi più rigidi, la loro capacità di accumulo non viene influenzata dalle basse temperature, ma risulta sotto la media rispetto ad altre batterie; la versione senza cadmio, per contro, esibisce una capacità d’accumulo tre volte superiore a parità di dimensioni, che può essere utilizzata completamente in fase di scarica senza ripercussioni
- Agli ioni di litio: in modo analogo al caso del piombo-acido, si tratta di una tecnologia già applicata altrove, con una larga diffusione delle batterie al litio in strumenti elettronici di uso quotidiano come i computer portatili. Avendo però una storia più recente, l’uso degli ioni al lito è tuttora in evoluzione, con costanti sforzi di ricerca e di sviluppo per migliorare la capacità di accumulo e l’efficienza senza aumentare le dimensioni della batteria. Tali sforzi si sono concretizzati in sistemi d’accumulo fotovoltaico con un lungo ciclo di vita e un’ampia capacità a dimensioni estremamente contenuti
In particolare, il sistema d’accumulo fotovoltaico di sonnen utilizza batterie agli ioni di litio ferro fosfato, una particolare combinazione che porta notevoli vantaggi rispetto al semplice litio. La sonnenBatterie ha una durata di vita estremamente prolungata, che garantisce 10.000 cicli di carica/scarica: supponendo un ciclo completo al giorno, ciò si traduce in almeno 25 anni in cui la batteria non dimostra segni evidenti di invecchiamento. Inoltre, la tecnologia al litio ferro fosfato granatisce una maggiore sicurezza e minore rischio di cortocircuito rispetto alle normali batterie agli ioni di litio, rendendola ancora più adatta all’uso in ambito domestico.