Decreto Sostegni Ter e le critiche del comparto rinnovabili
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Sostegni Ter con misure per contrastare i rincari energetici degli ultimi mesi del 2021 e che si teme perdureranno anche nel 2022.
Le misure in materia di energia
Il Decreto Sostegni Ter, in vigore dal 27 Gennaio 2022, introduce quattro provvedimenti per il contenimento degli effetti provocati dall’aumento dei prezzi dell’energia.
Il testo del D.L. prevede, in primo luogo, un sensibile aumento dei fondi a disposizione per mitigare il rincaro delle bollette. Sono stati, infatti, stanziati 1,7 i miliardi di euro, che vanno ad aggiungersi ai 3,8 miliardi già previsti dalla Legge di Bilancio, per un totale di 5,5 miliardi di euro per il primo trimestre 2022.
Il secondo provvedimento è relativo alla richiesta rivolta all’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) di sospendere, per i primi tre mesi del 2022, le aliquote sugli oneri di sistema per utenze con potenza pari o superiore a 16,5 kW: misura rivolta, per lo più, al comparto commerciale e industriale – dato che un contatore domestico raggiunge i 3,3 kW.
La terza iniziativa è rivolta alle imprese c.d. “energivore”, cioè con consumi energetici elevati (2,4 GWh/annuo) che hanno un’incidenza sul fatturato superiore al 3%. Queste aziende beneficeranno di un contributo straordinario con un credito di imposta del 20% sulle spese per la componente energetica acquistata e consumata nel primo trimestre 2022.
L’ultima misura riguarda gli impianti fotovoltaici con potenza superiore ai 20 kW (quindi non domestici), impianti idroelettrici, geotermici ed eolici. A partire da Febbraio 2022, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) calcolerà la differenza tra i prezzi attuali e i prezzi medi dell’energia prodotta fino al 2020 da questi impianti. In caso di differenza positiva, tutti i profitti extra generati dovranno essere ceduti dai produttori al GSE o, al contrario, incassati, qualora la differenza fosse negativa.
La reazione del comparto rinnovabili
In particolare, il provvedimento relativo alla gestione degli extra-profitti del settore delle rinnovabili, ha incontrato una forte opposizione da parte dei produttori, che ritengono la misura discriminatoria e economicamente penalizzante, poiché li pone in una posizione di svantaggio rispetto al settore delle energie fossili.
Il comparto sostiene, altresì, come il Governo con questo provvedimento stia lanciando un messaggio di disincentivo verso la transizione energetica.
Il sentimento condiviso da produttori di energie rinnovabili e organizzazioni per l’ambiente è che chi offre oggi soluzioni per produrre energia in modo sostenibile vedrà in futuro ridotti i propri profitti.
Per questo motivo, gli stakeholders sperano di poter aprire un dialogo con il Governo su questi punti per trovare una soluzione alternativa.
Soluzioni green per l’autoproduzione di energia
Con l’incertezza che aleggia attorno al tema della crisi energetica e misure governative focalizzate solo sul primo trimestre del 2022, è possibile oggi valutare soluzioni alternative per la copertura del proprio fabbisogno energetico che favoriscano non solo l’autoproduzione, ma che possano contribuire alla creazione di un futuro di energia sostenibile e a basso costo per tutti.
Grazie all’installazione di impianto fotovoltaico con sistema di accumulo è possibile, infatti, autoprodurre e immagazzinare energia riducendo la propria dipendenza dai gestori elettrici tradizionali.
Con un impianto fotovoltaico è possibile coprire circa il 35% del proprio fabbisogno elettrico, ma con l’integrazione di un sistema di accumulo sonnenBatterie è possibile raggiungere un’autonomia energetica annua del 75%. E aderendo all’offerta energia sonnenFlat 1500, con un bonus di 1500 kWh di componente energia direttamente in bolletta, arrivare al 100% di indipendenza energetica.
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