Energy sharing: ecco come cambia i nostri consumi
Nuove forme di rete elettrica ci renderanno indipendenti dai gestori tradizionali: ecco come
Un modo di dire in inglese recita “Sharing is caring”: questa frase significa che l’atto di condividere qualcosa viene considerato come indice dell’avere a cuore il benessere del beneficiario di questo atto. Insomma, mettendo in comune un proprio bene o una propria risorsa con un’altra persona, si fa in modo che entrambe le parti possano goderne i benefici.
Questa filosofia dello sharing è diventata sempre più significativa nella nostra società, cambiando molti aspetti della vita quotidiana nostra e del rapporto con le altre persone attorno a noi: pensiamo alla diffusione di servizi di car sharing, per facilitare gli spostamenti anche per chi non dispone di un mezzo proprio e per ridurre i consumi con benefici sia economici che ambientali; condividiamo la nostra rete mobile tramite hotspot e, sempre rimanendo sul tema di internet, mettiamo in comune informazioni, risorse di computazione, servizi multimediali e librerie digitali.
Tutti questi esempi sono accomunati dall’idea che se una persona ha a disposizione una risorsa che può condividere, altri ne trarranno beneficio, in cambio di una contropartita diretta (esempio, pagare una quota nel car sharing) oppure indiretta (quando avrò bisogno di un’auto, andrò a chiedere aiuto alla persona che si era rivolta a me precedentemente).
La filosofia della condivisione si può applicare anche all’elettricità: ma come si può creare un sistema efficiente in grado di soddisfare i bisogni energetici di tutti?
L’idea di energy sharing va di pari passo con l’adozione delle energie rinnovabili e dei sistemi fotovoltaici con accumulo: questi dispositivi, infatti, permettono non solo di produrre elettricità grazie ai pannelli solari per essere immediatamente utilizzata, ma consentono anche di immagazzinare l’energia non consumata sul momento in apposite batterie, a cui ricorrere nei momenti in cui il sistema fotovoltaico non è in funzione (di notte o in caso di maltempo).
Grazie ai sistemi di accumulo fotovoltaico di sonnen, un nucleo familiare medio può coprire fino al 75-80 % del suo fabbisogno elettrico con energia autoprodotta, combinando quanto autoconsumato sul momento (30-35 %) e quanto immagazzinato nelle batterie (40-45 %): da dove prendere il restante 20-25 % necessario a coprire tutte le proprie necessità?
Qui entra in gioco il concetto di energy sharing, promosso da sonnen nella forma di una comunità energetica peer-to-peer chiamata sonnencommunity: in questo tipo di rete che collega prosumer fotovoltaici, è possibile mettere in condivisione l’elettricità prodotta che eccede la capacità dei sistemi di accumulo, in modo che possa essere messa a disposizione di chi non riesce a soddisfare completamente il proprio fabbisogno energetico.
Grazie al contributo di tutti i membri della sonnencommunity si riesce a creare una rete di alimentazione autonoma e stabile: questo tipo di rete di energy sharing peer-to-peer è già da anni una realtà in Germania.
In Italia, le comunità di energy sharing non sono ancora attuabili per via delle normative vigenti: sono comunque in corso discussioni e studi per fare in modo che questi sistemi diventino realtà nel prossimo futuro. Nel frattempo, sonnen ha adattato il concetto di sonnencommunity alla realtà italiana con una formula su misura: 9,90 € al mese, che coprono la bolletta residua fino a 1500 kWh all’anno, aggiornamento software dell’Energy Manager e monitoraggio proattivo da remoto.