Il fotovoltaico sui tetti, una risorsa ancora da sfruttare pienamente
L’Europa sta puntando sempre più sul fotovoltaico per ridurre le emissioni e consolidare comportamenti di consumo più ecosostenibili.
L’obiettivo è di produrre il 20% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2020 e il 32% entro il 2030. Con la prima scadenza ormai alle porte si possono valutare i risultati dei diversi Paesi dell’UE in relazione agli obiettivi a loro assegnati.
Olanda e Francia sono in considerevole ritardo: i Paesi Bassi sono fermi al 6,6% quando dovrebbero raggiungere il 14% entro il prossimo anno, mentre il governo francese dovrà rimboccarsi le maniche per colmare il divario tra il 16% attuale e il 23% promesso. Anche Irlanda (10% contro 16%), Gran Bretagna (10% contro 15%), Lussemburgo (6% contro 11%) e Polonia (10% contro 15%) devono lavorare sodo per realizzare i loro obiettivi.
11 Paesi hanno invece già raggiunto i loro traguardi e tra questi c’è anche l’Italia: oggi produce il 18,3% della sua energia da fonti rinnovabili superando del 1,3% il target del 2020. Il nostro Paese si è così affermato come un caso virtuoso nella produzione di energia da fonti rinnovabili con 822mila impianti per un totale di oltre 20mila MW di potenza.
Ma si può fare di più e le opportunità non mancano.
Un gruppo di scienziati del JRC (Joint Research Centre) dell’Unione Europea ha realizzato un sistema a supporto della pianificazione delle politiche per la transizione energetica nei Paesi dell’UE.
L’idea è quella di individuare il potenziale energetico delle coperture delle costruzioni in Europa, ovvero quanta superficie può essere ancora utilizzata per installare pannelli fotovoltaici sui tetti.
Per farlo, hanno raccolto le immagini satellitari delle zone urbanizzate e le hanno elaborate incrociandole con dati statistici e usando software di apprendimento automatico: grazie a questi strumenti si può distinguere le coperture adatte all’installazione da quelle incompatibili.
Bisogna infatti considerare molti fattori, come per esempio la presenza di altri ingombri sul tetto (camini, condizionatori, antenne, ecc.), l’orientamento, l’inclinazione o l’ombreggiatura causata dagli edifici vicini.
A fronte di questi elementi, si potrebbe raggiungere una produzione fotovoltaica annua di 680 TWh da un totale di 7935 Km2 di superficie, coprendo quasi il 25% dei consumi di elettricità europei.
Per avere termini di paragone, nel 2017 il fotovoltaico ha contribuito per 114 TWh alla produzione elettrica dell’Europa, di cui il 28% dal comparto residenziale e il 18% da quello commerciale.
Approfondendo il dato, lo studio del JRC calcola nazione per nazione l’output di elettricità che si avrebbe se fossero sfruttati tutti i tetti effettivamente disponibili, valutando l’impatto economico derivante.
Dall’analisi emerge che Germania, Francia, Italia e Spagna sono i Paesi con maggior potenziale economico e quindi l’installazione del fotovoltaico diventa un investimento particolarmente vantaggioso.
Nel nostro Paese è di 752 Km2 la superficie di tetti disponibili con un potenziale di 88651 GWh all’anno; comparando questo output stimato ai dati sul costo dell’elettricità del 2017, l’energia prodotta con il fotovoltaico sarebbe più economica del 42%.
L’Italia, che già ha ottenuto risultati importanti nel fotovoltaico, si afferma come un Paese ancora ricco di potenziale nel comparto rinnovabili.
L’efficienza degli impianti, presenti e futuri, può essere migliorata con l’installazione di sistema di accumulo fotovoltaico (attualmente incentivata dalla Regione Lombardia), così da coprire il 70/80% del fabbisogno energetico di una famiglia media con l’autoproduzione.