Obiettivo decarbonizzazione: in Europa servono 53 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2050
Dalla Finlandia arriva lo studio per la decarbonizzazione in Europa entro i prossimi 30 anni: produttività e transizione ecologica devono andare di pari passo.
La crescita delle energie da fonti rinnovabili non comporta solo benefici in termini di riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera a contrasto del surriscaldamento globale, ma anche in termini di creazione di un numero significativo di nuovi posti di lavoro.
I dati dello studio sulla transizione energetica globale presentati dall’Università finlandese LUT (Lappeenranta University of Technology) dimostrano che, se si riuscisse a raggiungere il 100% della produzione energetica da fonti rinnovabili entro il 2050, si potrebbero più che raddoppiare i posti di lavoro nel settore dell’energia.
Secondo le stime, nell’arco di trent’anni, si passerebbe da 57 milioni del 2020 a 134 milioni posti di lavoro, e il 45% solo nel comparto fotovoltaico, con una crescita in cifre a dir poco sorprendente: da 7 milioni a 60 milioni di posti di lavoro, ripartiti tra grandi impianti utility (44 milioni) e installazioni domestiche (16 milioni).
Se si osserva poi l’area europea, l’aumento dei posti di lavoro nel settore energetico, entro il 2050, sarebbe ancora più sorprendente, con numeri quattro volte superiori: da 3,8 milioni (dati 2020) a 15,6 milioni.
E’ bene sottolineare come questi dati comprendano tutte le attività necessarie a sostenere direttamente o indirettamente la transizione energetica: dalla produzione di sistemi di accumulo fotovoltaico alla manutenzione delle installazioni.
Nel 2050, dunque, il 75% dei posti di lavoro sarebbe attribuibile al comparto delle rinnovabili, il 3% al comparto fonti fossili/nucleare per attività di decommissioning degli impianti a fine vita e, il rimanente 22%, suddiviso tra distribuzione/trasmissione e accumulo. Per quanto riguarda, invece, la sola produzione elettrica, i posti di lavoro potrebbero raggiungere i 69 milioni, con un’incidenza del fotovoltaico dell’87%, seguito, con un netto distacco, dall’eolico con 5-6 milioni di occupati.
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