Veneto: come funziona l’incentivo per i sistemi di accumulo
Un impianto fotovoltaico con accumulo offre importanti vantaggi all’utente e alla comunità, perciò la Regione Veneto, così come la Lombardia, ne sostiene la diffusione con incentivi.
I sistemi di accumulo consentono a un’abitazione dotata di impianto fotovoltaico di immagazzinare l’energia che viene prodotta, ma che non viene immediatamente utilizzata, al posto di cederla alla rete attraverso il meccanismo di scambio sul posto.
In questo modo, l’utente non è costretto a prelevare elettricità dalla rete quando i pannelli non sono in funzione e può invece affidarsi alla propria riserva energetica autoprodotta: questo processo permette un risparmio concreto sulle spese elettriche, limitando la dipendenza dai gestori tradizionali e quindi i costi in bolletta, che solo in minima parte sarebbero compensati dalla retribuzione per lo scambio sul posto, come abbiamo già avuto modo di osservare.
Oltre a offrire innegabili vantaggi economici per l’utente stesso, gli impianti fotovoltaici con accumulo giocano un ruolo fondamentale nella stabilizzazione della rete e nel processo di decarbonizzazione, potenziando il comparto delle energie rinnovabili di un Paese e coinvolgendo i cittadini e l’intero settore residenziale.
Non c’è da stupirsi che governi e amministrazioni si stiano impegnando a incentivare l’installazione di impianti di accumulo nelle abitazioni, in modo da perseguire in parallelo obiettivi di ecosostenibilità e di supporto all’infrastruttura, e da ampliare le opzioni di approvvigionamento energetico dei cittadini.
In questa direzione si è già mossa la Giunta Regionale del Veneto, che ha approvato il “Bando di incentivazione dei sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici”, stanziando 2 milioni di euro in incentivi per supportare l’installazione di impianti di accumulo fotovoltaici.
Come funziona il bando
Il bando, riservato ai residenti in Veneto, prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto fino a un massimo di 3.000 euro per il sistema di accumulo e pari al 50% delle spese sostenute per la sua installazione in abbinamento a impianti fotovoltaici già esistenti o di prossima realizzazione, di potenza fino a 20 kW; gli interventi devono essere effettuati a partire dal primo gennaio 2019 e rendicontati entro il 13 dicembre dell’anno corrente.
Cosa bisogna fare per accedere al bando
La domanda di partecipazione al bando può essere presentata solo da privati titolari dell’impianto, senza ammettere deleghe o intermediari:
- l’accredito sarà possibile esclusivamente online, attraverso il Sistema Informativo Unificato (SIU), dalle 9:00 del 24 giugno alle 15:00 del 25 luglio;
- la domanda aperta sarà ugualmente da consegnare al SIU, dalle 9:00 dell’8 luglio alle 15:00 del 31 luglio.
Le domande verranno valutate in ordine cronologico, perciò prima vengono presentate, più probabilmente verranno accettate.
I documenti necessari per l’accesso al bando sono:
- Copia della carta d’identità del richiedente;
- Copia del preventivo o della fattura per il sistema di accumulo;
- Dichiarazione dell’installatore del sistema di accumulo, comprendente copia del suo documento d’identità.
Se la domanda è stata accettata, sarà necessario rendicontare le proprie spese sul SIU, allegando anche il Regolamento di Esercizio stipulato con il gestore energetico competente e la ricevuta di avvenuta comunicazione al GSE dell’installazione (se l’impianto fotovoltaico è incentivato dal Conto Energia).
Come calcolare il contributo
La dichiarazione dell’installatore del sistema di accumulo fornisce tutte le informazioni tecniche necessarie per il calcolo del contributo: la sua effettiva entità dipende dalle prestazioni dell’impianto, premiando maggiormente quelli più efficienti.
In particolare, la cosiddetta Quota A, che raggiunge al massimo i 3.000 euro, è direttamente proporzionale a:
- Vita attesa della batteria: il numero di cicli di carica/scarica;
- Capacità residua a fine vita della batteria: la capacità di carica che la batteria conserva al termine della sua vita attesa;
- Profondità di scarica della batteria: la quantità di energia effettivamente utilizzabile rispetto a quella nominale.
sonnenBatterie eccelle in tutti questi fattori:
- la sua vita attesa è di 10.000 cicli di carica/scarica, pari circa a 20 anni, al termine dei quali conserva ancora il 70% di capacità residua;
- l’impianto può sostenere più di altri 3.000 cicli al 60%, soglia presa in considerazione dal bando;
- la batteria a litio-ferro-fosfato ha una profondità di scarica del 90%, rispetto al 50% dei modelli al piombo.
La quota B è invece fissa al 50% rispetto ai costi di installazione.
Perché questo bando è importante
L’obiettivo ultimo è quello di rimuovere o perlomeno ridimensionare uno dei principali ostacoli all’adozione del fotovoltaico con accumulo, ovvero l’entità della spesa iniziale: questi timori oscurano gli importanti vantaggi in bolletta, che permettono di ripagare l’investimento in tempi interessanti.
Anche la Lombardia, che già aveva erogato fondi nel 2017 e 2018, ha adottato questa linea, predisponendo 4,4 milioni di euro di incentivi per chi ha installato o installerà un impianto di accumulo fotovoltaico, che verranno erogati per il 2019 e il 2020.
L’accesso a questi incentivi non preclude la richiesta dell’Ecobonus, ovvero la detrazione IRPEF del 50% sulle spese sostenute per ristrutturazioni ed efficientamento energetico, comprese appunto quelle per l’impianto fotovoltaico con accumulo.
La combinazione di queste due misure a sostegno della diffusione dell’autoproduzione fotovoltaica rende molto accessibile questa tecnologia, condividendo con sempre più persone i vantaggi dell’accumulo fotovoltaico e ampliando la copertura del fabbisogno energetico con energie rinnovabili.
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