L’evoluzione del prosumer in Europa
Il mercato elettrico si sta rivolgendo sempre di più alla figura del prosumer, in grado di produrre autocanva
nomamente energia e di utilizzarla per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, e non solo.
Già da qualche anno si sta parlando della figura del prosumer energetico, un privato che, grazie a un impianto fotovoltaico con accumulo, è in grado di soddisfare autonomamente una percentuale significativa (se non la totalità) del proprio fabbisogno elettrico ed eventualmente fornirla anche ad altri. La combinazione di pannelli solari e di energy storage permette infatti di immagazzinare in apposite batterie l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico che non viene consumata sul momento, per metterla a disposizione successivamente, ovvero quando non c’è il sole e la produzione è ferma. Grazie a questo approccio, i singoli cittadini possono rendersi sempre più indipendenti dai gestori di energia tradizionali e contribuire alla sostenibilità ambientale.
Per quanto fosse già nota questa figura, solo recentemente essa ha ricevuto un riconoscimento ufficiale: nel novembre 2018, infatti, il Parlamento Europeo ha approvato parte delle proposte legislative presentate nel 2016 con il nome di “Pacchetto per l’energia pulita per tutti gli europei” (Clean Energy for All Europeans).
In questo nuovo quadro di regole e norme in materia di energie rinnovabili, efficienza energetica e governance sui temi di energia e ambiente, troviamo l’impegno formale nel definire un chiaro quadro regolatorio per l’autoconsumo energetico, riconoscendo così ufficialmente la figura del prosumer.
Non solo riconosciuto, ma anche tutelato: il pacchetto Clean Energy comprende anche indicazioni per gli Stati membri affinché la pratica dell’autoconsumo venga incoraggiata, autorizzandola, regolandola e proteggendola da oneri sproporzionati.
Questo atto del Parlamento Europeo tratta anche di energy storage e di comunità energetiche, come naturale evoluzione ed estensione della figura del prosumer:
- Senza sistemi di energy storage la capacità del solo impianto fotovoltaico è molto limitata, rendendo l’utente ancora significativamente dipendente dalle reti elettriche tradizionali;
- Le comunità energetiche permettono di rendere più stabile quello che è un sistema basato su un fattore incostante come il meteo; condividendo in reti virtuali la propria elettricità in surplus, è possibile supportare utenti che, a causa di maltempo o di altri fattori, hanno prodotto energia in quantità inferiore rispetto ai propri bisogni, e ciò non solo per tutelare maggiormente il prosumer, ma per permettergli anche di puntare a una completa indipendenza dalla rete elettrica tradizionale.
Una realtà del genere è già presente in alcuni Paesi dell’Unione Europea: in Germania, l’acquisto di un sistema d’accumulo fotovoltaico sonnenBatterie permette l’accesso a sonnenCommunity, la comunità energetica di sonnen. Combinare in un’unica formula energy storage e energy sharing permette di realizzare una completa indipendenza energetica:
- In media, un impianto fotovoltaico provvede al 35% del fabbisogno energetico medio per una famiglia;
- Con sonnenBatterie si copre fino all’80% dei consumi di elettricità;
- Il restante 20% viene fornito dalla sonnenCommunity;
- Si raggiunge l’indipendenza elettrica.
Il pacchetto per l’energia pulita, che punta a portare la produzione di energia pulita e l’efficienza energetica nell’Unione Europea al 32% entro il 2030, lancia un segnale forte: il mercato elettrico sta cambiando e serve adottare nuove pratiche di produzione e di consumo energetico.
La creazione di solide fondamenta normative per disciplinare la figura del prosumer vuole favorirne la diffusione in un numero sempre maggiore di nazioni dell’Unione Europea: la Germania è infatti un caso virtuoso, mentre altri Paesi devono fare ancora molta strada; in Italia oggi non è ancora consentito l’autoconsumo collettivo, che è alla base delle comunità energetiche, ma il pacchetto Clean Energy potrebbe cambiare la situazione già nel breve periodo.