Quanto costa l’energia elettrica in Italia?
Il costo dell’energia elettrica in Italia dipende da molti fattori, che si intrecciano in un quadro molto complesso: cerchiamo di fare luce sulla questione.
La prima importante distinzione che bisogna fare è tra mercato tutelato e mercato libero:
- Il mercato tutelato permette ai consumatori di accedere all’energia a condizioni economiche e contrattuali fissate da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti), che vengono aggiustate trimestralmente sulla base del valore delle materie prime sul mercato;
- Il mercato libero affida ai gestori privati la definizione di tariffe e soluzioni contrattuali, lasciando al consumatore la libertà di scegliere tra questi diversi operatori in concorrenza tra loro.
Il mercato tutelato sarà abbandonato a luglio 2020, in favore di una liberalizzazione completa del settore energia. Tuttavia oggi rimane una realtà centrale nella distribuzione dell’energia elettrica:
- ancora una percentuale significativa di italiani (superiore al 50%) sceglie di affidarsi alla fornitura statale;
- le scelte di ARERA sono spesso oggetto di benchmark per i gestori del mercato libero, influenzando così indirettamente i loro prezzi (che mediamente sono del 10% inferiori).
Pur derivando da politiche di prezzo differenti, i costi dell’energia nel mercato tutelato e in quello libero dipendono dagli stessi fattori:
- La materia prima energia, ovvero il valore attribuito ad ogni kWh sulla base dei costi di produzione o di acquisto dell’energia, la sua commercializzazione e il suo dispacciamento;
- La fornitura, ovvero l’insieme dei costi che il gestore deve sostenere per erogare l’elettricità all’utente (trasporto, gestione del contatore, infrastruttura, ecc.);
- Gli oneri di sistema, ovvero i contributi necessari a sostenere lo sviluppo di energie rinnovabili, lo smantellamento delle centrali nucleari, gli investimenti in ricerca e sviluppo, ecc.;
- Le imposte, comprendenti IVA del 10% e accisa sulla quantità di energia consumata.
La somma di questi fattori determina il prezzo dell’energia e quindi i costi in bolletta per il consumatore: mediamente, il 40/50% dipende dalla materia prima energia, quindi il valore finale è molto influenzato dalle fluttuazioni dei mercati finanziari, variando in maniera imprevedibile.
Quest’energia viene prodotta:
- Per l’86% in Italia, di cui il 63% da centrali termoelettriche a combustibile fossile e il 37% da fonti rinnovabili (principalmente idroelettrico, seguito da fotovoltaico, biomasse, eolico e geotermico);
- Per il 14% all’estero, principalmente da Svizzera e Francia.
Il 14% di dipendenza da altri Paesi rende il nostro Paese la prima nazione importatrice di energia elettrica in Europa: questa parziale mancanza di controllo sulle politiche di prezzo alla fonte rendono l’Italia la quinta nazione in Europa per prezzo dell’elettricità.
I principali fattori che determinano il costo dell’elettricità sono quindi:
- I mercati finanziari, che stabiliscono il prezzo della materia prima (l’energia) e che sono soggetti a molte variabili difficili da prevedere (per esempio, crisi politiche internazionali possono far impennare le bollette per l’utente finale);
- ARERA, che stabilisce il prezzo sul mercato tutelato e che influenza indirettamente il mercato libero;
- I fornitori privati, che nel mercato libero sono in concorrenza tra loro e competono per proporre piani tariffari interessanti per l’utente finale e redditizi per loro;
- L’amministrazione, che comprende i costi di infrastruttura, gli oneri di sistema e le imposte, anch’essi fattori che possono variare in base alla situazione politica italiana ed europea.
Con un quadro così variabile e difficile da prevedere, scegliere soluzioni di autoproduzione energetica consente all’utente di proteggersi da impennate sui costi dell’elettricità e ottenere un risparmio economico concreto.