Prosumer e aggregatori: il sistema di accumulo per stabilizzare la rete
I sistemi di accumulo per fotovoltaico non solo servono a immagazzinare l’energia che viene prodotta dall’impianto e che non viene immediatamente consumata dall’utente, ma possono ricoprire anche un ruolo importante nel fornire servizi alla rete.
Il mercato dell’energia elettrica è in piena fase di trasformazione: i vincoli ambientali e gli obiettivi concordati con l’Unione Europea, le nuove abitudini di consumo e il conseguente fabbisogno energetico, le reti più vulnerabili a congestioni e sbilanciamenti, i crescenti costi dispacciamento e la diffusione della generazione distribuita mettono in crisi i modelli di distribuzione tradizionali.
Sotto la pressione di queste importanti sfide, molti Paesi occidentali, tra cui l’Italia, si stanno rivolgendo alle fonti rinnovabili e alla diffusione dei sistemi di accumulo.
Questo approccio permette di produrre energia pulita e di utilizzarla in modo efficiente grazie alle capacità delle batterie degli impianti, ma potrebbe offrire anche importanti servizi per supportare la rete nel suo percorso di evoluzione e di trasformazione.
I sistemi di accumulo infatti sono in grado di aiutare a mantenere il corretto funzionamento della rete, offrendo un duplice servizio.
Da un lato, l’utilizzo di un sistema di accumulo fotovoltaico permette di avere sempre a disposizione dell’elettricità anche nei momenti di maggior consumo, senza doverla richiedere al gestore tradizionale: in questo modo il prosumer gode dei vantaggi economici di autoprodurre e autoconsumare l’energia, mentre la rete deve rispondere ad una domanda più contenuta e gestibile.
Dall’altro, i sistemi di storage possono offrire quelli che vengono definiti “servizi di rete”. La stabilizzazione di rete è una conseguenza dei meccanismi di blockchain applicati ai sistemi di accumulo fotovoltaico: in situazioni di sovraproduzione energetica non programmata, il surplus viene suddiviso in pacchetti di energia, inviato ai sistemi di storage e immagazzinato fino al momento in cui potrà essere reimmesso nella rete in sicurezza. Grazie alla VPP (Virtual Power Plant), è possibile far dialogare tra loro centinaia migliaia di singole unità di accumulo su un territorio piuttosto ampio, ottenendo un’unica grande batteria diffusa che permette di coprire i momenti di sotto/sovratensione.
In questo modo il ruolo dei singoli cittadini inizia a cambiare, passando dall’essere consumatori passivi di energia a prosumer: grazie al proprio sistema di accumulo, infatti, non solo consumano l’energia autoprodotta, ma diventano parte integrante della rete, contribuendo a renderla più stabile.
In Germania, i sistemi di accumulo di sonnen contribuiscono attivamente al supporto della rete, permettendo una distribuzione più stabile ed efficiente ed evitando così investimenti in nuove infrastrutture, che si stima sarebbero costate 90 milioni di euro. Ma anche in Italia sono in corso progetti pilota per testare le modalità con cui i sistemi di accumulo possono fornire servizi alla rete e tracciare una prima proposta normativa per introdurre queste soluzioni.
In Italia, sonnen è pronta ad offrire servizi di rete attraverso i sistemi di accumulo dei propri clienti, remunerandoli per il loro contributo.